“Il futuro è già qui, è solo distribuito male” (William Gibson)

 

 

Ultim’ora: Un articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Global and Planetary Change e relativo ad uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Trento Antonio Zecca e Luca Chiari riporta che la previsione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change – Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) secondo cui il livello delle acque marine globali si sia alzato di 20 centimetri nel XX secolo e si alzerà di altri 20 entro la fine dell’attuale secolo, potrebbe essere troppo ottimistica. Tale previsione è ancora più drammatica se si considera che a livello mondiale regioni come quelle del Bangladesh, delle Maldive, del Delta del Nilo o della Florida, potrebbero essere completamente ridisegnate in funzione dell’avanzamento delle acque in una vera e propria nuova geografia dei territori.Nel corso dei millenni, gli insediamenti antropici sono sempre stati in vicinanza di una fonte di acqua, vicino ai fiumi o vicino ai mari, sia per ragioni alimentari di approvvigionamento idrico e fertilità dei terreni nel caso dei primi, sia per ragioni economiche e favorevoli al commercio nel caso dei secondi.Se consideriamo il dato solo a livello europeo possiamo individuare in circa 70 milioni il numero di cittadini europei (dato raddoppiato in soli 50 anni) che vive in comuni costieri, cioè il 16 % dell’intera popolazione europea, e la nostra Italia, con i suoi 7458 km di costa ed un territorio interno spesso montuoso rappresenta certamente uno degli stati che contribuisce in % ai propri abitanti in maniera importante. Non a caso il Delta del Po rientra tra le prime 10 zone critiche a livello globale.In totale su tutta la penisola un team di ricercatori italiani in uno studio diretto dall’ENEA (Sea level change along the Italian coast during the Holocene and projections for the future) ha individuato in Italia, ben 33 punti a rischio: Venezia, la Versilia in Toscana, la foce del Tevere, la Campania ed altre zone di costa bassa. (Fonte Il giornale della Protezione Civile)

– Piattaforma petrolifera alla deriva: cosa sta succedendo in Alaska?
http://www.rinnovabili.it/ambiente/piattaforma-petrolifera-alla-deriva-alaska-sotto-ecominaccia60431/

 

 

 

 

 

– Media: manca la fantasia o è la Storia che si ripete?
http://lightbox.time.com/2012/12/18/2012-a-year-of-deja-vu/?iid=lb-gal-moreon#26

 

– Il  “Manuale di buonsenso in rete”  di  Alessandra Farabegoli
http://www.alessandrafarabegoli.it/manuale-di-buonsenso-in-rete-ebook/– Suggerimenti “geniali”

http://www.gizmodo.it/2013/01/03/40-trucchi-per-rendere-piu-semplici-le-cose-nel-2013.html

 

 

– Ode a un fiore (filmato)
http://vimeo.com/55874553

 

 

 

Primo piano: Giganteschi flussi di particelle cariche espulsi dal centro della nostra Galassia sono stati scoperti e mappati da un team internazionale di ricercatori guidati dall’italiano Ettore Carretti e la collaborazione dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari. Grazie alle osservazioni del radio telescopio di 64 metri di diametro di Parkes in Australia si è stabilito che questi getti, che si trovano in corrispondenza delle regioni della Via Lattea dove il satellite Fermi della NASA nel 2010 aveva scoperto la presenza di forti emissioni di raggi gamma (denominate per questo “ Bolle di Fermi”) contengono una straordinaria quantità di energia, circa un milione di volte quella di una stella che esplode. (Fonte Gravità Zero)