giancarlo-manfredi“Pánta rhêi hōs potamós – Tutto scorre come il fiume” (attribuito originariamente a Eraclito, sicuramente ripreso da Luciano De Crescenzo)

 Editoriale – Giugno 2013

A cura della redazione di WebTrek Italia

Tutto cambia, così sembra accada anche per WebTrek Italia, fosse solo per quanto riguarda la sua piattaforma tecnologica. Tranquilli, è solo un piccolo aggiornamento per la redazione, ma è anche una grande potenzialità per i webtrekker: realizzare uno spazio d’incontro per tutti coloro che ogni giorno esplorano, i mari, i picchi, le isole, i fiumi (appunto) le correnti e i sogni della vita (virtuale quanto reale)…

giugno2013-1

“Your old road is
Rapidly agin’.
Please get out of the new one
If you can’t lend your hand
For the times they are a-changin’.”
(Bob Dylan – The times they are a changin’)

E’ una strofa di una canzone di protesta cantata dal grande Bob Dylan, ma credo che ben rappresenti quello che abbiamo, un’altra volta, cercato di fare.
Viviamo in un mondo in continua evoluzione, le meccaniche di comunicazione cambiano con una rapidità impressionante e, con loro, cambiano i mezzi e noi, per l’ennesima volta, abbiamo deciso di cambiarlo questo mezzo, sbattendocene allegramente di quelli che tradurranno tutto questo in un tentativo di sopravvivenza nei marosi della rete.
In questi anni siamo cresciuti e crediamo che i contenuti siano cresciuti di pari passo.
Da rivista off-line, a rivista on-line, a portale dinamico e ora diventiamo blog-magazine.
WTI diventa più snella, più adatta ai tempi che cambiano, più “social” (anche se questa parola ultimamente è largamente abusata).
Un “social” che, badate bene, non chiede un pollice in su, un “like”, ma chiede una partecipazione attiva con commenti ai post per ampliare la discussione o una condivisione sui network per ampliarne la portata.
Un “social” come si deve, dove la parola è importante e viene usata come merita.
Rimanete con noi, ci sarà sempre da divertirsi. 😉

Eros “Warp9” Ciaiolo

giugno2013-2

Cambiano i tempi e le tecnologie. Cambiano i modi con cui si comunica, con cui le informazioni e le opinioni si diffondono.
Era ora anche per WTI di cambiare pelle, di passare a strumenti più moderni per continuare a condividere con voi opinioni, passioni e pensieri con la speranza che i nuovi strumenti consentano un più elevato livello di interazione tra la redazione ed i lettori che ci seguono.
Con il nuovo portale, blog, gestore di contenuti (chiamatelo come vi pare…) cercheremo di essere più interattivi e più “social”.
Cambiamenti, quindi, e novità, ma non cambia lo spirito, la voglia e l’entusiasmo che da quasi 3 lustri ci accompagnano e che cerchiamo di trasferire sulle pagine ed i contenuti di WTI.

Sergio “Fanky” Ferrari

giugno2013-3

 E’ la forma che detta il contenuto? O è viceversa? O meglio, in che commistione sono?
La risposta è complessa e dipende dagli ambiti, ma quello che si può dire con certezza è che forma e contenuto non sono variabili indipendenti.
Qualcosa la forma conta, se è vero che ci sono voluti un paio d’anni di discussioni intermittenti per raggiungere l’accordo sul nuovo layout.
Questo perché la forma di per sé evoca dei contenuti e ciascuno di noi l’avrebbe voluta aderente alla propria idea di WTI e di pubblico che intende attirare.
Una forma può essere più o meno adatta ad ospitare i contenuti che è chiamata ad ospitare. WTI ha quindici anni: è cambiato il mondo, sono cambiati i redattori, le possibilità offerte dalla rete, è quasi scomparso Star Trek, webtrek ha avuto almeno tre incarnazioni diverse.
Da quando nasce nuova, la forma ospita i contenuti, ma i contenuti nel tempo si modificano.
Un po’ li si costringe, li si forza all’interno; un po’ si sgomita per sentire se le pareti cedono, ma ad un certo punto bisogna cambiare.
Solo le cose morte non cambiano più.
E webtrekitalia non è morto!
Tiè.

Marianna “mari” Fanti

giugno2013-4

Teniamo vivo il sogno, che è questo che conta, null’altro.

E se per questo ci necessita un viaggio,
o una immagine d’altro pianeta o d’altro cielo,
se ci serva una nave stellare o un solo pensiero,
se ci basti una lacrima o una tempesta su Arrakis,
se ci tocchi il cuore un muso di cucciolo o lo sguardo attonito d’un profugo afgano,
in fondo conta poco,
l’importante è tenerlo vivo quel sogno.

Il mai dimenticato Ungaretti scriveva:
“Morire come le allodole assetate
sul miraggio…..
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato”

ecco null’altro…
il miglior augurio per ognuno di noi…

essere allodole e cercare il miraggio….
tenerlo vivo il sogno, questo conta, null’altro………….

Stefano “Stef” Martellucci

giugno2013-5

“Se nella prima scena del dramma, c’è un fucile appeso alla parete, questo dovrà sparare nell’ ultimo atto.”  (Anton Cechov)

Caso mai un essere umano del XXIV secolo dovesse tornare indietro nel tempo per comprendere la nostra storia, in quest’inizio di XXI secolo, non avrebbe che da monitorare – restandosene al sicuro in orbita standard attorno al pianeta – il flusso delle comunicazioni che transitano quotidianamente per la rete web.
Certo, dall’analisi statistica delle componenti principali o, meglio ancora, dalla mappatura dei social network rischierebbe di farsi un’idea quanto meno singolare circa la nostra attuale condizione.
Potrebbe persino arrivare a ritenere che i suoi antenati soffrivano di gravi sindromi psicologiche, dalla paranoia di tipo persecutorio all’isterismo collettivo, dall’egocentrismo assoluto alla compulsività dei comportamenti, dagli stati dissociativi acuti fino ad arrivare al più bieco istinto omicida e suicida.
E si stupirà del fatto che, nonostante tutte queste premesse – che hanno in se gli antefatti di un gran bel dramma – l’umanità sia riuscita a sopravvivere a se stessa e a raggiungere il futuro.
Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei”: così si dice fosse scolpito sulla facciata del tempio dell’Oracolo di Delfi (antica istituzione analoga all’odierno Google) e chissà, forse questa massima ci indica ancora la strada da intraprendere per uscire dalla crisi – umana prima ancora che ecologica, sociale, politica o economica – nella quale ci ritroviamo (per così dire) “arenati”.
Insomma dobbiamo ricominciare a esplorare, ripartendo dalla nostra essenza più intima, fine a trovare (se mai sia possibile) le risposte alle eterne grandi domande.Così facendo, con un po’ di sano ottimismo, forse riusciremo a sopravvivere persino al lato peggiore di noi stessi.
Per tale ragione, non conoscendo il futuro che ci aspetta, invidio i nostri pronipoti che ora se ne stanno “comodi, comodi” a bordo dell’Enterprise a guardarci dall’alto della loro evoluzione: “loro” una risposta, l’hanno già trovata.
Nel frattempo noi, gli antenati, dobbiamo ancora cercare e per fare questo non possiamo che rimetterci a navigare, magari partendo proprio dal flusso delle comunicazioni che viaggiano su internet, in una sorta di “webtrekking”: tutto scorre.

Dalle crisi ambientali del nostro tempo dovrebbe derivare, se non siamo più folli di quanto io credo siamo diventati, un’unione di Nazioni e di generazioni e la fine della nostra lunga infanzia.” (Carl Sagan, Enviroment in Peril – 1991)

Giancarlo “Kalt” Manfredi