“Colui che non prevede le cose lontane, si espone a infelicità ravvicinate.” (Confucio)Recenti stime demografiche hanno evidenziato un’inversione di tendenza nell’incremento della popolazione mondiale così, sebbene lo scorso anno sia comparso il 7 miliardesimo abitante della Terra, i nostri discendenti potrebbero addirittura assistere (ovviamente qualora non dovessero mutare tali dinamiche) al paradosso di un pianeta sottopopolato e di una umanità “vecchia”…

Avete mai provato a spiegare la storia dell’umanità ad un alieno? Ci sono eventi e peculiarità e contraddizioni che persino per l’equipaggio dell’Enterprise fatica a comprendere…

Prendiamo ad esempio il probelma definito con la metafora della bomba demografica, una questione che venne  dibattuta per decenni, perlomeno dal 1972 con il primo rapporto sui Limiti dello sviluppo edito dal Club di Roma.

In tale documento si riaffermava la contraddizione di una popolazione mondiale in continuo aumento con tassi di natalità importanti nei paesi cosiddetti emergenti, non sostenuta da un equivalente aumento nella produzione di cibo, energia, beni e servizi cui si aggiungeva il limite dello sfruttamento oltre le capacità di rigenerazione delle risorse naturali e la progressiva contaminazione di aria, acque e terre.

In pratica l’umanità era avviata sulla strada di uno sviluppo insostenibile!

Negli anni successivi le comunità scientifiche oltre che politiche iniziarono a scontrarsi su temi quali il malthusianesimo che identifica la povertà appunto nella sovrappopolazione, l’introduzione di nuove tecniche di sfruttamento delle risorse ambientali nonchè di coltivazioni (fra le quali i famigerati OGM), le campagne per l’educazione familiare…
A dirla tutta, alcuni trend sono diventati peculiari come il problema di denatalità dei paesi occidentali più sviluppati il cui tasso di crescita della popolazione deriva più dai flussi di immigrazione (a loro volta composti da genti con un più elevato tasso di natalità) che non dal raggiungimento della fatidica soglia di 2.1 figli per donna.Ma la vera sorpresa sta arrivando anche da quei paesi cosiddetti “terzomondisti” dove un’inversione dei tassi di natalità sta sorprendendo i ricercatori: in meno di quarant’anni in India si è passati dai 6 ai 2,5 per donna fertile mentre nell”Africa sub-sahariana il tasso ha raggiunto i 4,66 per donna con previsione di ulteriore diminuzione.

Quale impatto avrà sul futuro questo modello di transizione demografica  è difficile da prevedere, alla fine la sostenibilità del nostro stile di vita si basa proprio sulla disponibilità di risorse procapite (e quindi meno siamo meglio dovrebbe essere); tuttavia alcune proiezioni di una società “vecchia”  dove la spesa pubblica è evidentemente sbilanciata verso pensioni e spese mediche, dove la forza lavoro potrebbe rivelarsi insufficiente, dove il conservatorismo avrebbe un peso rilevante sulle dinamiche sociali, sono – ecco – inquietanti.

Scenari da fantascienza ma anche contraddizioni che si sommano e che difficilmente un eventuale osservatore alieno del nostro pianeta potrebbe veramente comprendere, a meno di non essere molto saggio e propenso a comprendere l’irrazionalità.Recentemente Paul Kennedy, professore di storia alla Yale University, ha scritto: “Sul nostro pianeta succedono cose preoccupanti. Da una parte vediamo segnali di progresso e di prosperità dal Canada alla Cina, dall’Australia al Brasile: nuove tecnologie, un aumento degli scambi internazionali di capitali, merci, servizi, turisti, studenti e conoscenze. Dall’altra, notiamo chiari segni di disgregazione: catastrofi ambientali, instabilità economica, guerre civili, contese territoriali, violazioni dei diritti umani e manifestazioni di nazionalismo rabbioso. Come spiegare questa simultaneità tra integrazione globale e disintegrazione tribale? Se dovessimo illustrare a un gruppo di marziani in missione esplorativa lo stato del nostro pianeta all’inizio del 2010, dovremmo elencare una serie di paradossi e spiegare agli sconcertati extraterrestri che il futuro della Terra punta in molte direzioni diverse….Per quanto riguarda il mondo della politica, sarebbe difficile spiegare ai marziani le condizioni in cui ci troviamo. Per strani motivi storici, i 6,5 miliardi di esseri umani che abitano il nostro pianeta si sono divisi in ben 192 nazioni separate, grandi e piccole, ricche e povere, pacifiche e dilaniate dalla guerra, ognuna con una bandiera, un inno, un esercito e tutto il resto. Questa situazione sarebbe tollerabile se tutti i paesi vivessero in armonia con la natura. Ma non è così. […] A questo punto i marziani deciderebbero sicuramente di tornarsene a casa. La Terra non è un posto adatto per essere occupato da una forma di vita intelligente, è l’ideale per vendere modelli di Blackberry sempre più sofisticati, ma per la maggior parte dei membri della sua specie dominante è un pianeta dove non si vive una vita felice. E non è affatto una buona idea trovarsi in una delle molte Goma [nota: Repubblica Democratica del Congo, città dove lo scrittore Joseph Conrad ambientò il suo romanzo Cuore di tenebra] del mondo.”