Star Trek Voyager 14 - "Echoes"
di Loris "Lennier" Di Fabio



Star Trek Voyager 14 - "Echoes"
Di Dean Wesley Smith / Kristine Kathryb Rusch / Nina Kiriki Hoffman
Pubblicato da Pocket Books - Gennaio 1998
Pagine 278 - Prezzo: $ 5,99

La USS Voyager, sempre impegnata nella sua difficile impresa di ritornare a casa, viene colpita improvvisamente da alcune vibrazioni. Il capitano Janeway, che tentava di rilassarsi dopo una settimana piuttosto impegnativa, corre subito in plancia lamentandosi col suo primo ufficiale di non essere stata avvisata tempestivamente. Chakotay si scusa dicendo che non voleva disturbarla proprio perché era di ritorno da una settimana difficile ma Janeway prende subito posto in plancia per iniziare le indagini del caso.
Stabilito che le radiazioni non sono nocive per l'equipaggio e che la nave può resistere anche in prossimità del punto di origine, la Ncc74656 sta per dirigersi verso la sorgente delle vibrazioni, un sistema planetario a 30 anni luce di distanza. Nello stesso momento in cui la nave sta per partire, Harry Kim rileva un debole segnale di soccorso e, alla luce di questo nuovo fatto, la Voyager parte senza esitazione.
Arrivati al punto in cui le onde si originano, l'equipaggio si trova di fronte un bel pianeta verde, molto simile alla terra, i cui abitanti, stimati in 3,5 miliardi di persone, si trovano ancora in una cultura all'inizio dell'era del viaggio a curvatura.
B'Elanna Torres informa Janeway che il pianeta è ricco di "Armacolite", un minerale importante per rimettere in piena efficienza i motori a curvatura. A questo punto diviene di vitale importanza trovare un contatto col pianeta e con un rappresentante di quel popolo. Tale contatto non tarda ad arrivare e R'Lee, capo del Consiglio Mondiale di Birsiba (questo il nome del pianeta) compare nel monitor principale della Voyager… R'Lee spiega che le vibrazioni e le onde che la Voyager registra sono causate dall'attivazione del loro mezzo di trasporto su scala mondiale e, inoltre, sempre questo mezzo ha creato la frattura che la Voyager rilevava. Ma questo è il problema minore. Infatti R'Lee rivela che ci sono stati dei preoccupanti cambiamenti nella vita di ogni giorno degli abitanti del pianeta. Colori che cambiano, persone che si svegliano in case che non riconoscono. Anche lo stesso R'Lee ricorda che la figlia aveva due splendidi occhi verdi mentre, nel ritratto che lui ha nel suo ufficio, sono grigi.
Proprio mentre Janeway parla con R'Lee, una nuova onda investe la nave e l'effetto è stupefacente. Per qualche secondo, coesistono un numero enorme di pianeti e, intorno a ognuno di essi, alternativamente, orbita una Voyager. Intanto, a 2410 universi di distanza dal nostro, una Voyager si trova di fronte ad uno strano campo di detriti, disposti secondo la superficie di una sfera. Come di routine Janeway chiede a Kim di dirle di cosa sono fatti i detriti, credendo che di trovarsi di fronte ai resti di un pianeta. Il guardiamarina esita, per l'orrore, a rispondere: quei detriti sullo schermo sono formati da "materiale organico". Più precisamente sono miliardi di corpi, ovviamente tutti morti. Arriva l'onda di energia e altri corpi si aggiungono a quelli di prima ma, questa volta, sono vivi.
Intanto nel nostro universo la Voyager si è ripresa completamente dalla pulsazione subspaziale e si trova, ancora una volta, intorno al pianeta Birsiba. Riescono a rimettersi in contatto con R'Lee ma questi sembra non ricordare affatto di aver già parlato con Janeway e, al contrario, si comporta come se fosse il loro primo incontro. Allarmato da un atteggiamento diverso da prima, in certo modo meno distaccato, Chakotay fa notare a Janeway che R'Lee indossa anche abiti di colore diverso dai precedenti. Scartata la possibilità che la pulsazione subspaziale sia causa di cambiamenti cromatici inaspettati, Janeway manda un team di sbarco, formato da Chakotay, Torres, Kes e Paris, sul pianeta per investigare mentre, a 2410 universi paralleli di distanza dal nostro, un'altra Voyager tenta in vano di prendersi cura dei moribondi che ha precedentemente accolto.

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Preferisco fermarmi qui con questo riassunto per non togliere il gusto della scoperta a chi ha intenzione di leggere questo libro.
Normalmente i libri di Star Trek vanno presi per quello che sono: approfondimenti, alcune volte non troppo accurati, di aspetti lasciati in sospeso o mai trattati durante i telefilm e i film della saga. Oppure, alcune volte, sono trame completamente nuove. Trame che non aggiungono nulla di significativo alla continuity che conosciamo; anche perché solo i telefilm e i film di Star Trek sono "ufficiali". Ma questo Echoes forse è qualcosa in più, soprattutto per chi non si ferma all'esteriorità della serie ma cerca di scavare ed analizzare nel carattere dei personaggi.
Devo dire di amare in modo particolare le storie basate su paradossi temporali e dimensioni alternative e di essermi trovato subito a mio agio nella lettura. Sono stato un grande fan dei tre film di Ritorno Al Futuro (dove ho cercato di scovare tutti gli errori nei paradossi temporali) e sono rimasto letteralmente affascinato dall'episodio L'Enterprise dal passato (The Next Generation); senza parlare di Ieri, oggi, domani
Penso che a tutti sia passata per la testa, almeno una volta, anche per scherzo, la domanda: "E se questo o quel personaggio avesse avuto una caratteristica differente? E se fosse sopravvissuto?" In Echoes ci troviamo di fronte ad una narrazione che scorre su infiniti binari, anche se gli autori ne prendono in considerazione solo un ristretto numero: su ognuno di essi, cioè in ogni universo, c'è una Voyager; ma i membri dell'equipaggio, a parte quelli del nostro universo, sono diversi da quelli a cui siamo abituati. Differenze minime che riescono a creare un piacevole effetto.
Ad esempio, il capitolo 9 del libro, ambientato nel 2542mo universo parallelo dal nostro, si apre con la frase «Chakotay si toccò il tatuaggio sulla guancia». Tutti sappiamo che Chakotay non ha un tatuaggio sulla guancia, bensì sulla tempia. E questo comportamento, che il Chakotay alternativo ha in momenti di tensione e che ha imparato ad assumere ai tempi dell'accademia, è indice anche di una differenza che non si ferma semplicemente e banalmente alla posizione "errata" di un tatuaggio rituale. Dimostra una nervosità che il nostro Chakotay non ha, un carattere meno fermo e, quindi, la domanda "Ma è proprio un buon primo ufficiale?". Nel capitolo seguente, il decimo, la descrizione del capitano ci dice che i suoi capelli sono corti e che se li era fatti tagliare poche ore prima dell'inizio di quella crisi. Così possiamo immaginare una Kathryn Janeway senza i suoi lunghi capelli. Sempre della serie: "E se Janeway avesse avuto i capelli corti?".
In tutta sincerità, anche perché non sono un commerciante che deve vendere un prodotto, mi sento di consigliare questo libro a tutti i fans di Star Trek, anche se in Italia potrebbe non essere gustato a pieno a causa della mancata trasmissione di Voyager. Solo i fortunati possessori di parabola con decodificatore digitale possono tentare la lettura di questo romanzo, in quanto è un romanzo che basa la sua riuscita sulla conoscenza dei personaggi della storia.