“Per noi un albero è, semplicemente, un organismo vegetale, e una stella semplicemente una palla di materia inanimata che si muove lungo una rotta matematica. Ma i primi uomini che parlarono di “alberi” e di “stelle” vedevano le cose in maniera del tutto differente. Per loro, il mondo era animato da esseri mitologici. Vedevano le stelle come sfere di argento vivo, che esplodevano in una fiammata in risposta alla musica eterna. Vedevano il cielo come una tenda ingioiellata, e la terra come il ventre dal quale tutti gli esseri viventi sono venuti al mondo. Per loro, tutta la Creazione era intessuta di miti e popolata di elfi.” (John Ronald Reuel Tolkien, Il mito e la grazia)Sebbene su questo portale ci confrontiamo raramente con la letteratura e la cinematografia del genere Fantasy, vi segnaliamo oggi il romanzo “Gli occhi del male“, opera prima di Lorenzo Mancieri un giovane (e promettente) scrittore…
A scanso di ogni possibile equivoco dobbiamo partire da un presupposto: che il genere Fantasy non è la riedizione del medioevo mittel-europeo con l’aggiunta dell’ingrediente “magia”.Certo, alcuni tratti dell’ambientazione, le scenografie, i costumi (su questo ne riparliamo oltre), persino le tecnologie, ci riportano a tale epoca storica, ma sono piuttosto la traccia narrativa ed i grandi temi a caratterizzare il genere letterario, riprendendo sia la fiabistica anglosassone che le mitologie classiche mediterranee.
Ma chissà, forse non è un caso se oggi la terra del fantasy venga universalmente identificata nei panorami di queste isole selvagge, incontaminate, aspre quanto belle, ma soprattutto remote e immaginarie.
Un po’ come prefiguro essere Everas, l’isola mitologica dove si svolge la storia raccontata ne “Gli occhi del male“.
Tutta questa lunga premessa è infatti servita a introdurre il romanzo (avviso ai lettori: è solo il primo volume non autoconclusivo), di Lorenzo Mancieri, un’opera che certamente non si scosta dai canoni (vedi quanto detto sopra) del più classico dei fantasy, ma che nel contempo riesce a mantenere un buon livello di tensione grazie all’originalità dei protagonisti e ad una forma narrativa gradevole e mai introversa.
Certo, gli appassionati dei giochi di ruolo (altro cavallo di battaglia dell’ambientazione fantasy) potranno ritrovarsi senza problemi a scorrazzare con i loro personaggi virtuali sull’immancabile mappa che accompagna il romanzo, tuttavia in questo primo volume la “quest” conduce gli eroi della compagnia (e il lettore) verso inattesi colpi di scena, dilemmi etici personali e una non così scontata fine.
Leggendone le gesta, a tratti viene persino il dubbio che piuttosto di osservare le cronache del barbaro, del mago, dell’elfo e del cacciatore, ritroviamo in Tarkeil, Zelmar, Jael’ghyan e Braywan – i giovanissimi personaggi del romanzo – le passioni, i dubbi, le paure, le speranze che sono propri delle nuove generazioni nel mondo reale: ragazzi che si ritrovano a combattere con forze più grandi di loro e situazioni frutto di una pesante eredità.
Tutto si rifà, insomma, alla lotta per rompere quella sorta di barriera che costringe e limita la nostra nuova società tanto quanto fa l’Anello Verde, il malevolo bosco fatato, che esilia dal mondo esterno le genti dell’isola di Everas…
Autore: Lorenzo Mancieri
Editore: Book Sprint Edizioni
Pagine: 408
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