– E’ lei il dottor Lazarus?
– Prenda due aspirine e mi richiami domattina. Battuta da medico.
– Voglio che mi faccia un rapporto dettagliato su questi decessi, e voglio che me lo faccia entro domattina, se non vuole fare il giro della stanza a calci in culo… Battuta da commissario.
(dal film “Atmosfera zero”)
La Deep Space Industries, un’azienda specializzata in tecnologie spaziali, ha appena annunciato un complesso progetto che prevede il lancio di astronavi alla ricerca di asteroidi ricchi di minerali preziosi: se tutto va come pianificato assisteremo ad un nuovo passo verso la colonizzazione dello spazio. Entro il 2015.
“Mi chiedo chi siano gli esploratori, oggi, che affrontano un viaggio pericoloso e disagevole in acque imprevedibili, spinti non solo dalla curiosità, ma anche da uno spirito imprenditoriale e commerciale. La realtà si è trasformata. L’esploratore del mondo fisico di allora non è paragonabile a chi oggi va sull’Himalaya, ai navigatori solitari e nemmeno agli astronauti. Quello non è il paragone giusto. Ora gli unici “fratelli Zen” che vengono in mente sono coloro i quali guardano alla realtà, a quel mare monstrum, come se fosse, sì, un mare, ma un mare di dati. La forza dei nuovi esploratori sta nel riuscire a combinare quei dati, ricomporre un’esperienza in evoluzione per creare il nuovo, per inventare i nuovi strumenti e sistemi che entrano a far parte della nostra realtà, che ci consentono di alterare la nostra vita quotidiana, proprio come la scoperta delle Americhe ha alterato la storia dell’Europa e dell’Asia e non solo grazie al pomodoro. Così adesso, quando per andare in Islanda basta prendere un volo low-cost, i nuovi fratelli Zen, i Caboto, i Marco Polo, i grandi esploratori veneziani di oggi, li riesco a vedere solo nei Steve Jobs, nei Bill Gates, nei Mark Zuckerberg per citare celebrità già vecchie, già note, alcune già scomparse e già in odore di tech-santità e biopic. Ma certamente chi è oggi là fuori in un veliero di byte tra gli ice-berg taglienti è conosciuto da molte meno persone.” (Carlo Pizzati)
Qualcuno di voi sicuramente si ricordera’ di un film di fantascienza intitolato (in Italia) Atmosfera Zero  dove un aitante Sean Connery interpretava il ruolo di integerrimo responsabile della sicurezza in una miniera orbitale su Io, terza luna di Giove…
Ora sembra proprio che la realta’ stia per raggiungere la fantasia: la Deep Space Industries ha infatti annunciato  di voler inviare una flotta di astronavi verso la fascia degli asteroidi al fine di sfruttarne le risorse minerarie.
L’idea che sta alla base del progetto è di assemblare queste navicelle (chiamate Fireflies) a partire da una serie di satelliti miniaturizzati (CubeSat) e di lanciarle lungo un’orbita che dovrebbe durare tra circa sei mesi.
Una volta raggiunta la fascia asteroidale le piccole astronavi sarebbero in grado di determinare quali i planetoidi piu’ promettenti, arpionarli e iniziare a estrarre e raffinare minerali (e carburante) grazie a speciali stampanti 3D.Di seguito una nave spaziale più grande, la Dragonfly, verrebbe lanciata per riportare il prezioso carico sulla Terra.

Questo almeno e’ il progetto, ma per vederne la realizzazione concreta dovremo aspettare ancora un po’ di tempo; consoliamoci con il pensiero che esistono almeno 900 asteroidi prossimi al nostro pianeta che vengono scoperti ogni anno e chissa’  che non si rivelino come le miniere auree della California di inizio secolo scorso: signori, la (nuova) grande corsa all’oro sta per iniziare!