“Istruzioni per produrre un’efficace profezia che si autoavvera: cominciate a credere che una qualsiasi eventualità avversa abbia alte possibilità di verificarsi.”  (Annamaria Testa)

Ultim’ora: Astronomi della Notre Dame University, utilizzando il telescopio Keplero della NASA, hanno scoperto – attraverso la tecnica del transito, che misura la diminuzione della luminosità della stella, proporzionale al suo raggio, osservata quando un pianeta transita di fronte ad essa – due nuovi pianeti orbitanti intorno alla stella Kepler-62; secondo i dati relativi al raggio e al periodo orbitale, sono i due esopianeti più simili al nostro pianeta mai individuati. Si ritiene che i due pianeti abbiano rispettivamente un raggio pari a 1,61 e 1,42 quello della Terra ed una composizione solida, probabilmente rocciosa o ghiacciata. Denominati Kepler-62e e Kepler-62f, si trovano nella zona abitabile, l’area alla giusta distanza dalla stella nella quale è possibile che un pianeta possa ospitare acqua allo stato liquido, e quindi potenzialmente la vita. Il più piccolo riceve circa la metà del flusso solare, del calore e delle radiazioni che riceve la Terra, ed orbita intorno alla sua stella in 267,3 giorni terrestri. L’altro pianeta, quello più grande, orbita intorno alla sua stella in 122,4 giorni terrestri e riceve il 20 per cento del flusso stellare rispetto a quanto ne riceva la Terra. Entrambi i pianeti fanno parte di quelli comunemente chiamati super-terre, ossia più massicci del nostro pianeta, ma ben più piccoli dei giganti gassosi che popolano il cosmo. (Fonte Meteoweb) Per approfondirte vedi anche: http://www.lescienze.it/news/2013/04/18/news/esopianeti_terrestri_acqua_liquida-1620913/

– Nuovo trailer per Star Trek into Darkness
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=2nRI4fftGB4
– Una conferenza “spaziale” (a Roma)
http://www.prsforspace.com./
– Giornalismo ambientale
http://insideclimatenews.org/
– Un’indagine partecipata…
http://voiceless-eyes.com/
Primo piano: Innalzamento del livello degli oceani: secondo i ricercatori del National Center for Atmospheric Research (NCAR) dobbiamo “prendere di mira” 4 agenti inquinanti ben precisi: metano, ozono troposferico, idrofluorocarburi e nerofumo o fuliggine. Se è cosa nota, infatti, che il nemico numero uno è la CO2, è altresì vero che la sua riduzione necessita di decenni di sforzi politici ed economici. Questa ricerca sostiene che i quattro elementi su indicati si possano ridurre più velocemente e con costi minori. Il discorso rientra tuttavia nel processo di stabilizzazione delle concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera e di riduzione delle emissioni di inquinanti (almeno di quelli a vita breve), per abbassare il tasso di riscaldamento e ridurre il livello del mare. L’anidride carbonica già emessa nell’atmosfera ha, infatti durata secolare mentre altri gas, quali il metano e gli idrofluorocarburi, hanno una durata da poche settimane fino a pochi anni. Ridurre loro per primi può avere un effetto immediato. Sempre continuando a mantenere intatte le politiche di taglio della CO2 che però non sarebbero più così urgenti perché dovrebbero essere trattate come politiche a lungo termine