forceofnature307“Ho trascorso la parte migliore della mia vita esplorando lo spazio. Ho cartografato nuovi mondi, incontrato decine di nuove popolazioni. Tutte finalità con un valore etico in sé. Ma ora sembra che … facendo tutto questo  … stavo contribuendo a danneggiare ciò che avevo di più caro.” (Jean-Luc Picard) – Lunedì 31 marzo scorso, l’organizzazione intergovernativa che si occupa dello studio del cambiamento climatico per conto delle Nazioni Unite (l’Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC), ha pubblicato la seconda parte del suo rapporto sul clima, nel quale si dice che probabilmente il riscaldamento globale avrà un impatto “duro, diffuso e irreversibile” sul nostro pianeta…

forceofnature027I cambiamenti climatici rappresentano una questione dalle molteplici sfaccettature e problematiche, ambientali, economiche e sociali. Dal 2007 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto i cambiamenti climatici come una questione inerente la pace e la sicurezza. I cambiamenti climatici dovrebbero essere infatti considerati una minaccia per risorse naturali chiave (come acqua, terra, coste), in grado di innescare o esasperare i conflitti. Le guerre per il controllo delle risorse naturali, le contese nelle regioni di confine, le migrazioni dovute agli sconvolgimenti ambientali (come desertificazione crescente, innalzamento del livello del mare, eventi estremi sempre più frequenti e devastanti), la mancanza di cibo o lo scoppio di emergenze sanitarie in seguito a eventi estremi sono già una realtà, e sono molti gli esempi concreti che mostrano i cambiamenti climatici come una questione inerente la sicurezza: la gestione del bacino del fiume Giordano è a rischio per gli effetti negativi del cambiamento climatico sulle risorse idriche, mentre gli abitanti delle isole del Pacifico meridionale sono diventati i primi rifugiati climatici.

In un (ormai) vecchio episodio della saga di Star Trek, indagando sulla scomparsa di una astronave, il capitano Picard scopre che la tecnologia dei viaggi a velocità di curvatura minaccia la stabilità stessa del tessuto spaziale e prende atto che il futuro stesso dei viaggi stellari sta per essere messo in discussione.

E’ ancora una volta la perfetta metafora sulla necessità di consapevolezza del nostro operato e sulla necessità di scelte di sviluppo sostenibili.

Così, semmai ci fossero ancora dubbi, l’ultimo rapporto del IPCC ci ha confermato come il futuro sia già iniziato:  è un dato accertato dalla stragrande maggioranza dei ricercatori che gli impatti del cambiamento climatico “ci stanno già colpendo e […] ci colpiranno ancora” a dispetto delle tardive e  insufficienti politiche globali di mitigazione di riduzione delle emissioni di gas serra.

E non lo diciamo noi della redazione WebTrek Italia, ma queste sono le conclusioni dell’analisi svolta dai ricercatori italiani dell’International Center for Climate Governance, Francesco Bosello (membro del Cmcc-Feem e Contributing author proprio dell’Ipcc Wg2 Ar5), Sergio Castellari, (Cmc e Focal Point per l’Italia dell’Ipcc), e Riccardo Valentini (Cmcc-Ipcc Wg2 Ar5 Coordinating Leading Author).

A detta di questi esperti, i cambiamenti del clima registrati negli ultimi decenni hanno già avuto un impatto sui sistemi naturali (nel rapporto sono analizzate nove regioni del pianeta) e “tutti su questo pianeta saranno in qualche modo interessati”.

L’IPCC, al quale i ricercatori partecipano su base volontaria deriva dalla fusione di due organismi O.N.U.: l’Organizzazione meteorologica mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente; nel tempo ha pubblicato tutta una serie di rapporti sullo stato del clima mondiale, volti a indirizzare le politiche energetiche e ambientali intraprese dai governi di 195 paesi.

Il nuovo rapporto si fonda su oltre 12mila pubblicazioni “peer review” (revisione paritaria), e affronta quali potranno essere gli effetti del riscaldamento globale nel medio periodo, tra 20-30 anni ipotizzando diversi scenari sulla base dell’aumento stimato delle temperature medie mondiali.

Pur non mancando ancora una volta voci dissonanti – più che altro sulla scelta di dare un taglio così drammatico a quest’ultimo report – la maggioranza degli esperti è concorde sulla dimensione planetaria del fenomeno: all’aumentare progressivo delle temperature globali, potrebbero nascere seri problemi sugli ecosistemi, con conseguenze meteorologiche importanti (e di conseguenza idriche e alimentari) che comporteranno, a loro volta, un impatto devastante sulla stabilità socio-economica della popolazione umana.

forceofnature300Dalle conclusioni dell’IPCC deriveranno le scelte politiche dei prossimi anni per contrastare il riscaldamento globale?

L’organizzazione, va ricordato, è stata criticata dai negazionisti delle teorie sul cambiamento climatico, ma le informazioni basate su migliaia di ricerche scientifiche lasciano, in verità, poco spazio al dubbio in tema di variazioni climatiche.

Esiste veramente la necessità di produrre infrastrutture e tecnologie per resistere al meglio ai cambiamenti climatici ?

L’indicazione che ci proviene dal rapporto è “di mettere in gioco le nostre migliori conoscenze per prevenirne gli esiti” anche se, purtroppo per la prossima generazione appaiono evidenti i ritardi nell’adozione di “governance” di mitigazione mentre i primi sintomi della febbre planetaria sono misurabili (con mano) e “ci colpiranno ancora di più in futuro”.

Che bisognerebbe fare, dunque, nell’immediato?

Adattarsi sembra sia la risposta degli scienziati, ovvero diventare resilienti: “L’adattamento più semplice è la prevenzione del rischio dei cambiamenti climatici, l’adattamento più efficace sarebbe prevenire [attraverso] una politica per uno sviluppo territoriale sicuro e sostenibile.

Alla fine del citato episodio di Star Trek, dal titolo “Inquinamento spaziale”, la flotta stellare (in un certo senso forzata ad agire da azioni di terrorismo ecologico oltre che dal suicidio spettacolare di uno scienziato che ne denunciava il fenomeno) decide di adottare delle auto-limitazioni se non in casi di emergenza estrema.

Ma questa naturalmente è un’utopia fantascientifica, la realtà, come ben sappiamo è piuttosto diversa…

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