Eaglemoss Star Trek The Official Starships Collection #50 USS Enterprise modelA volte ho l’impressione di essere diventato il custode di un museo. Un museo vuoto, senza visitatori, a cui faccio la guardia solo per me.” (Haruki Murakami) – Avete mai vissuto una sensazione di deja-vu? Se ci fate caso, ad ogni Capodanno sembra di rivivere lo stesso (artificiale?) momento al punto che verrebbe da domandarsi: “E se?”

Chekov (lo scrittore e commediografo russo, non quel giovane guardiamarina imbarcato sull’Enterprise) ha scritto che “Se in un romanzo compare una pistola, bisogna che spari”.

Ecco, il fatto è che tra le armi a disposizione degli autori ci sono alcune trame e sottotrame “classiche” come, ad esempio, la ricorsività delle situazioni, il ciclo senza fine.

L’ertrek4oe protagonista non è inizialmente consapevole di vivere la stessa identica situazione, poi però inizia a percepire qualcosa di strano (di sbagliato?) e quindi a sospettare la peggiore delle situazioni possibili.

Non ha scelto lui lo scenario, ne le regole del gioco, sa solo che deve spezzare quel circolo vizioso; ma come?

17La soluzione sembra sfuggire, ogni iterazione lascia solo infinitesimi indizi (e qui rubo e adatto un’altra bella citazione di Murakami) ed egli “Cammina lungo la riva della coscienza, dove le onde si muovono in un flusso e riflusso continuo. Quando arrivano, lasciano dietro di sé delle scritte che subito l’ondata successiva cancella. Cerca di leggerle in fretta, nel breve intervallo fra un’onda e l’altra. Ma non è facile. Prima che faccia in tempo a leggere, arriva una nuova onda a cancellare tutto. Nella coscienza rimangono solo indecifrabili frammenti di parole.”

Poi le capacità deduttive o, forse, solo l’intuizione insieme ad un grande coraggio gli consentono di trovare l’uscita dal labirinto.

Una sceneggiatura che più classica non si può, dunque: la pistola inevitabilmente deve sparare prima dell’inizio del secondo atto.

Benissimo, adesso cercate di ricordare cosa avete fatto, provato, visto, sentito, ascoltato la scorsa notte di Capodanno, e poi quella dello scorso anno e così via…

Inquietante vero? Ma forse è solo una questione di clichè, di obblighi sociali, di tradizioni incancrenite.

E non c’è niente di male, la vita è una placida navigazione dove alcune cose si ripetono perchè la curva normale delle probabilità e la legge dei grandi numeri così vogliono.

Come a dire che è normale… che ne so… bruciare i toast della colazione ogni santo primo giorno dell’anno: dopotutto questa è l’essenza della nostra civiltà, baby!

E non resta che arrendersi alla brutale realtà che ci si presenta.

Però, prima di uscire di casa in questo nuovo 2015, io mi domanderei ugualmente: che valore può avere, una civiltà in cui non si riesce “mai” a tostare del pane al punto desiderato?

Forse un qualche circolo chiuso da spezzare esiste veramente e tutto sta a vedersi che ruolo abbiamo in questa commedia.

Signori sta per iniziare un nuovo atto: si va in scena!