Lindbergh_02“Un viaggiatore che si è perso chiede a un passante come arrivare a Dublino. – Beh, signore – risponde quello – se è lì che vuole arrivare, io non partirei da qui. -” (gioco di parole irlandese) – Disegnare nuovi percorsi è un processo creativo, che potrebbe rivelarsi necessario nel prossimo futuro. Dobbiamo però osservare da una prospettiva diversa il presente, cercando di comprenderne la complessa trama. Tuttavia il più delle volte…

“…La spiegazione è un errore ben vestito.” (Julio Cortazar)Tonsuya, Filippine

Secondo quanto illustrato dall’ultimo report dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), solo nel 2014, a fronte di 207mila migranti che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo, almeno 3.419 migranti hanno perso la vita durante il corso del loro viaggio.

Il record precedente di partenze, se così vogliamo definirlo, si era avuto nel 2011 quando 70mila migranti erano fuggiti dai loro paesi durante la primavera araba, ma oggi, con i conflitti che perdurano in Libia, in Ucraina, nel sudest della Siria, in Eritrea,  l’Europa è nuovamente la meta di un grande numero di migranti che si avventurano attraverso quella che è diventa la “rotta più mortale del mondo”.

Guerre civili dunque e carestie ma, ancora prima della fame, repressione politica, servizio militare a vita, lavori forzati non retribuiti: di spiegazioni (immediate, banali, drammatiche) ne troviamo quante ne vogliamo, ma non servono a comprendere ciò che sta succedendo sul pianeta Terra in questo inizio di XXI secolo…

“Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe” (Mark Twain)

wheres-the-kaboom-theres-supposed-to-be-an-earth-shattering-kaboom-marvin-the-martian-12-21-12-300x225Crisi climatiche, conflitti per le materie prime, iniqua distribuzione delle ricchezze: tutto indica un solo colpevole, lo “sviluppo insostenibile”.

Qualsiasi osservatore esterno del processo in atto vi potrebbe descrivere come una crescita economica, che è una crescita in quantità, non può essere indefinita in un pianeta che per definizione è dotato di risorse “non infinite”: l’impatto antropico, alla ricerca di una crescita impossibile, inevitabilmente raggiunge il “punto di saturazione”, il momento nel quale l’ecosistema non riesce più a rinnovarsi.

Certo, lo abbiamo già visto, nonostante le previsioni malthusiane, un processo di produzione e consumo può essere procrastinato nel tempo, grazie alle innovazioni scientifiche e tecnologiche, ma solo fino a quando è consentito dalle capacità di autorigenerazione, riproduzione e di assorbimento degli scarti e dei rifiuti.

Tutto il resto, ci direbbe questo ipotetico testimone orbitale, è solo “entropia”.

“Il tempo risparmiato usando un motore di ricerca ha un prezzo che non ci accorgiamo di pagare.” (F.Buscema, M. Tomatis, L’arte di stupire)

tumblr_static_tumblr_static_3lqftwwishuscck0s04sscksg_1280Non ci sono, evidentemente, soluzioni semplici a processi complessi, semmai tentazioni lusinghiere che promettono  di approdare subito a una risposta banale quanto menzognera.

Dobbiamo rovesciare pertanto i paradigmi delle certezze finora acquisite dalle stesse fonti che hanno generato il sistema attuale: è solo attraverso “la curiosità che emerge dal non sapere” che si raggiunge uno stato di tensione creativa.

Esiste una soluzione alternativa probabile? Almeno possibile? O magari assurda e quasi inconcepibile, ma che può rivelarsi preziosa per creare un percorso, una rotta (mentale) inedita ed originale.

In un futuro prossimo, nel quale la tentazione di globalizzare tutto, di concentrare tutto nelle mani di pochi, non mancherà certamente, allora costruire reti e isole di pensiero potrebbe servire a mantenere in vita un sistema di pensiero difforme, creativo, distribuito e risolutivo.

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“Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odi. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell’Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi. La Terra è l’unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c’è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora. Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte.  È stato detto che l’astronomia è un’esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.” (Carl Sagan, Pale Blue Dot)